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La mano morta è violenza sessuale lo ha stabilito la Corte di Cassazione.

Un palermitano di 56 anni è stato condannato ad un anno, tre mesi e 15 giorni di reclusione per aver allungato la “mano morta” sulla coscia di una ragazza, vicina di sedile sulla corriera Palermo-Trapani. L’uomo compiva la pesante “avances” facendo finta di dormire, la vittima infastidita e scossa da tale violenza, aveva avvisato il fratello col telefono cellulare e nonostante le scuse e l’atteggiamento remissivo del molestatore questi hanno deciso ugualmente di sporgere denuncia. Dopo essere stato condannato, l’uomo si è appellato alla Corte di Cassazione che con la sentenza 12157 ha “classificato” la “mano morta” come violenza sessuale. L’aspetto importante della sentenza è che la Suprema Corte lo ha condannato nonostante la vittima “abbia evitato di reagire platealmente, limitandosi a cambiare subito posto e a chiamare in aiuto il fratello col cellulare“.