arte e cultura,  scuola

Buon 2009 a tutti. Tocchiamo ferro!

Anno bisesto anno funesto: mai cattivo presagio fu più azzeccato di questo, considerato il 2008 appena trascorso. E sì che ne abbiamo viste! Tra la riforma della scuola e il crollo delle borse, poteva mai mancare una crisi economica senza precedenti? E adesso, come ce lo spiegano che bisognerà affrontare anni ( pochi ci auguriamo) di “vacche magre”?

Senza considerare l’aumento della disoccupazione che fa rima con Cassa integrazione, mentre la politica mondiale ancora una volta si è lasciata cogliere impreparata dagli eventi. A questo punto della riflessione, cosa potremmo augurarci? Non resta che menzionare qui il grande scrittore e giornalista Massimo Fini, il quale già da tempo ipotizza che ogni crisi economica del libero mercato globalizzato è destinata al collasso e che forse l’unica via di scampo è un ritorno graduale, limitato e ragionato a forme di autoconsumo e autoproduzione.

Per dare un’idea di come siamo messi, vi lasciamo con una frase del giornalista tratta da una recente intervista: “[…] nel corso dei miei viaggi non ho trovato neanche nel più squallido tugurio africano l’infelicità che c’è nel ricco Nord-Est italiano. Forse dovremmo chiederci come mai. Forse dovremmo fermarci, prendere una bilancia e appoggiare sui suoi due bracci ciò che abbiamo guadagnato e ciò che abbiamo perduto. A mio avviso, l’ago penderà da quest’ultima parte”.

Ps: A Ruota Libera consiglia, tanto per rilassarsi un po’, la lettura di Fini in “ Il vizio oscuro dell’Occidente” e “ Denaro. Sterco del demonio”.