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TFA – Indiscrezioni e ricorsi

Il nuovo schema di decreto sulla formazione iniziale docenti prevede lauree a scadenza e doppio test d’accesso ai corsi abilitanti, chi ha lavorato per anni sarà messo sullo stesso piano dei neulareati.

Lauree a scadenza, doppia selezione ed eliminazione del Soprannumero. Anche se manca ancora la versione definitiva del decreto, questo è ciò che il Ministero ha promesso ai docenti precari di III fascia con anni di esperienza, e non per essere assunti, ma per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. Per potersi abilitare infatti, si dovrà oltrepassare assieme ai neo-laureati un doppio test di ammissione per poter iscriversi poi, ovviamente a fronte di rette che si preannunciano assai salate, ai TFA (corsi abilitanti di durata annuale previsti dallo Schema di regolamento sulla formazione iniziale docenti), rigorosamente a numero chiuso anche per chi, ed è davvero un paradosso e una vergogna, sta già da anni esercitando la professione docente.
I posti disponibili saranno calcolati sulla base delle esigenze attuali, che in un periodo di tagli, o, se vi sembra più elegante, di razionalizzazione, avrà come diretta e amara conseguenza che solo pochissimi potranno accedervi. Chi non passerà questi test al primo tentativo, risultando non solo NON vincitore, né tantomeno idoneo, rischia di vedere il proprio titolo di studio annullato ai fini dell’insegnamento (per le classi di concorso considerate ‘sature’ potrebbe addirittura non essere possibile effettuare il test di ammissione poiché si ritiene probabile l’ipotesi che non sussistendo l’esigenza di abilitare nuovo personale il Ministero decida di non attivare i relativi corsi abilitanti!). In altre parole, se non dovessero essere messe a punto delle modifiche al testo del decreto, per potersi abilitare sarà necessario iscriversi nuovamente all’università conseguendo una laurea specialistica, anche questa a numero chiuso e con relativo test di ingresso.

Nonostante l’intensissimo lavoro di trattative politiche a tutti i livelli portate avanti in questi mesi da Adida, nonostante il coinvolgimento di tutte le principali sigle Sindacali (CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA, ANIEF, COBAS, CONITP), nonostante le richieste del Consiglio di Stato e del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione di riconoscimento del servizio svolto dai precari non abilitati, nonostante le energiche proteste di Adida che ha denunciato l’assoluta assurdità delle “lauree a scadenza” e del mancato accesso diretto per tutti i docenti precari non abilitati con almeno 360gg. di servizio ai corsi abilitanti giunto fino in Senato e alla Camera, dove in sede di audizione i coordinatori dell’associazione hanno coraggiosamente denunciato alle commissioni parlamentari l’infinita serie di violazioni patite dai precari non abilitati in questi anni, e l’illegittimità delle scelte operate dal Ministero in merito allo Schema di regolamento sulla formazione iniziale docenti. Insomma, nonostante tutto ciò, il Ministero si è dimostrato totalmente sordo.

Il Direttivo e il Coordinamento di ADIDA non sono disponibili ad accettare che migliaia di docenti di III fascia dopo anni di insegnamento vengano cancellati come si fa con un file inutile, scomodo e persino imbarazzante.
Nei prossimi mesi continueranno le trattative per far scrivere ed approvare un emendamento che permetta l’accesso diretto ai TFA per tutti i docenti con almeno 360gg. di insegnamento e/o in alternativa un decreto per l’emanazione di un corso abilitante riservato, naturalmente sempre con esame finale. Purtroppo non abbiamo garanzia alcuna di poter riuscire nell’impresa e per questo ci stiamo organizzando per avviare un doppio ricorso:

* il primo è finalizzato all’ammissione diretta ai TFA per tutti i docenti che abbiano maturato almeno 360gg. di insegnamento nelle scuole di qualsiasi ordine e grado;

* il secondo invece è rivolto a tutti quei docenti che non abbiano ancora maturato un simile servizio e sarà dedicato alle lauree a scadenza; in pratica si chiederà per i ricorrenti la possibilità di poter ripetere più volte (vista l’aleatorietà dei test) nel caso i test non venissero superati, senza dover sostenere altri esami universitari e/o un intero corso di laurea.