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Finanziaria – Altri tagli in arrivo


Ecco servita l’ennesima figuraccia di Maria Stella Gelmini, ancora una volta a fargliela fare è stato il ministro Giulio Tremonti, ovvero colui il quale, a suon di tagli, ha riformato la scuola servendosi ovviamente della faccia della ministra.

Questa volta i deputati di maggioranza hanno cancellato in un sol colpo gli impegni pubblici assunti dall’inquilina del ministero della Pubblica Istruzione come il ripristino degli scatti di anzianità dei giovani ricercatori peraltro approvati dalla commissione Cultura (art. 5 bis del testo approvato appunto in commissione Cultura) e che la ministra aveva sbandierato, su tutti i media, come un enorme concessione per i lavoratori precari delle Università italiane.

Sono altri i tagli significativi alle proposte dalla commissione Cultura ve li riassumiamo qui di seguito:

– definanziamento degli incentivi per l’internazionalizzazione del sistema universitario e in particolare per insegnamenti o corsi di studio che si tengono in lingua straniera (art. 2, comma 2, lettera l)

– possibilità di assorbimento da parte del ministero dei risparmi generati da eventuali fusioni di atenei, dopodiché non si capisce con quali incentivi si realizzeranno tali processi (art. 3, comma 3)

– soppressione del trasferimento dei beni demaniali in uso agli atenei (art. 3bis) – obbligo di restituzione dei buoni studio anche da parte degli studenti che hanno ottenuto il massimo dei voti (art. 4, comma 1, lettera b)

– cancellazione nella definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per il diritto allo studio dei seguenti obiettivi: borse di studio, trasporti, assistenza sanitaria, ristorazione, accesso alla cultura, alloggi; dopodiché non si capisce che cosa rimanga (art. 5, comma 6, lettera a)

– nei passaggi di livello eliminazione dell’aggancio alla classe quarta per la rivalutazione iniziale che era stato introdotto a parziale compensazione della mancata ricostruzione di carriera (art. 8, comma 3, lettera b)

– definanziamento della retribuzione integrativa per i ricercatori che svolgono didattica o attività gestionali (art. 9 comma 01)

– eliminazione della soglia minima di 20 mila euro annui per gli assegni di ricerca (art. 19, comma 6)

– ammissione che non si tratta di una vera tenure track poiché la conferma di ruolo è condizionata con norma esplicita alla disponibilità delle risorse (art. 21,comma 5)

– mancato riconoscimento delle prestazioni dei contratti a tempo determinato ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza (art. 25, comma 10quater)

– cancellazione della norma relativa ai concorsi per associato che non ha copertura finché non viene approvata al Senato la legge di stabilità.

– Il ministro dell’Università, secondo la norma introdotta, contenuta nell’ultimo emendamento (art. 25, comma 11 bis), “provvede” al monitoraggio degli atenei e “riferisce” al ministro dell’Economia il quale interviene “con proprio decreto” per modificare gli stanziamenti in bilancio a favore dell’università.

In quest’ultimo punto emerge un vero e proprio commissariamento ai danno della stessa ministra da parte di Tremonti, il vero burattinaio.