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Tutta la scuola minuto per minuto – Cosa rischiano i docenti immessi in ruolo dopo la sentenza della Corte Costituzionale?

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato le graduatorie “leghiste” volute dal governo Prodi e in particolare dal ministro Fioroni, ma che piacciono anche dalla Gelmini, molti si chiedono che fine faranno i docenti immessi in ruolo nel biennio 2009-2011. A tal proposito ad OrizzoneScuola ha risposto l’avvocato Ganci che, ricordiamo, ha patrocinato per l’Anief il ricorso.

Sul punto occorre essere chiari e dissipare le paure instillate con malizia da alcune organizzazioni sindacali- esordisce-.

I docenti che hanno stipulato contratti annuali o sono stati assunti a tempo indeterminato – afferma l’avvocato – non hanno nulla da temere in quanto, con la contrattualizzazione del pubblico impiego a seguito dell’entrata in vigore del D.lgs 29/93 oggi D.lgs 165/01, la Pubblica Amministrazione non è più legittimata all’esercizio di poteri discrezionali in via di autotutela, ossia non può adottare unilateralmente revoche dei contratti di lavoro stipulati in buona fede dai docenti.
In altri termini, l’errore commesso dal MIUR nell’individuare i legittimi destinatari delle proposte di assunzione, di certo, non può essere fatto pagare ai docenti che in buona fede hanno stipulato i contratti con il MIUR.

L’unica conseguenza della decisione della Corte Costituzionale dovrà essere, dunque, l’immissione in ruolo aggiuntiva per i ricorrenti collocati in posizione utile nel 2009 o nel 2010, oltre al risarcimento dei danni per la mancata stipula dei contratti annuali.
In tal senso, occorre precisare che la notifica del ricorso ai controinteressati, oltre ad essere imposta dalle norme del processo amministrativo, aveva l’unico scopo di dimostrare che i ricorrenti, in virtù dell’inserimento a pettine, si sarebbero ritrovati in posizione utile per la stipula di supplenze annuali o per l’immissione in ruolo.
Il danno erariale che ne deriverà per le ulteriori immissioni in ruolo da disporre da parte del MIUR nonché per i risarcimenti, di certo, non è imputabile ai docenti che hanno già stipulato i contratti né ai ricorrenti che hanno agito per far valere il criterio meritocratico sancito dalla Costituzione Repubblicana
“.

A questo punto non ci resta che aspettare quale iniziative di “autotutela” intenderà adottare il governo e se mai l’adotterà. Siamo sicuri, però,  che in questi giorni presso il Ministero della Pubblica Istruzione c’è chi ha perso il sonno per l’enensima figuraccia! Peccato però che a rimetterci siano stati i soliti doboli.