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Meritocrazia – Una nostra lettrice risponde ad un articolo de L’Eco di Biella


Lunedì scorso il quotidiano locale l’Eco di Biella ha pubblicato un articolo dal titolo ““Prof” sotto esame in 4 scuole” a firma del nostro amico Nicola Muzio. L’articolo ha suscitato un vespaio di polemiche soprattutto fra i precari della scuola biellese, fra questi una nostra lettrice che si è firmata, ma che preferisce rimanere anonima, ha mandato a noi una sua lettera di riflessione che trovate qui di seguito:

Dopo aver letto l’articolo pubblicato lunedì 2 maggio sull’eco di Biella, intitolato “Prof” sotto esame in 4 scuole, mi sono sorte spontanee alcune domande. Prima di tutto perchè far sembrare questo evento come qualcosa di positivo.. Credo che il fatto che le scuole che vi aderiscono sono soltanto 4 nel biellese e 32 in tutta Italia dovrebbe dirla molto lunga su questa “sperimentazione voluta dalla Gelmini”, che mette in “palio una mensilità per i docenti valutati”. Valutati in base al curriculum vitae (che per i docenti non si differenzia più di tanto visto che i corsi di aggiornamento e tutto il resto sono spesso obbligatori), un documento di autovalutazione (cosa significa secondo voi??) ed ulteriori elementi ricavati dalle indagini svolte per rilevare l’apprezzamento dei docenti da parte di studenti e genitori (cosa siamo un oggetto all’asta??? Molto spesso i genitori non sono al corrente del metodo utilizzato in classe, solo ciò che viene riportato dai loro figli. Quindi in base alla simpatia?? O cosa altro??) Inoltre nell’articolo non si cita il fatto che solo i docenti di ruolo sono oggetto di questa valutazione, perciò persone che il loro merito già dovrebbero averlo, e soprattutto persone che già percepiscono uno stipendio fisso. Inoltre il “nucleo” di valutazione nelle scuole è composto dal preside e due docenti scelti dal collegio dei docenti; questo significa che chi verrà valutato probabilmente già gode di altri privilegi nell’ambito del sistema scolastico..
Altra domanda che mi è sorta è quella riguardo al fatto che grazie a questo metodo di valutazione si premia il merito e si possono così individuare percorsi di miglioramento ed introducendo abitudini auto-valutative, mi chiedevo appunto cm sia possibile questo, visto che i docenti valutati sono una minima percentuale in ogni scuola.. mica tutti incontrano gli stessi problemi o hanno a che fare con le stesse tipologie di insegnamento.. o le stesse tipologie di scuola.

Mi chiedevo inoltre come possono alcuni docenti, quelli valutati, sentirsi migliori di altri che insegnano nella stessa scuola e fondamentalmente hanno le stesse mansioni e le stesse responsabilità. Si sentono meglio? Possono guardare in faccia quelli che invece non sono stati valutati non perchè non meritevoli, ma semplicemente perchè non sono stati valutati. Possono guardare in faccia un precario, che svolge lo stesso lavoro, allo stesso modo magari meritevole, che a giugno si ritrova senza lavoro e l’anno seguente nemmeno sa se lavorerà ancora??
Ma la ciliegina sulla torta di questo articolo è nel finale, dove si afferma che “i prof più bravi otterranno una mensilità in più di stipendio, finanziata grazie ad una parte dei risparmi ottenuti dai tagli di questi ultimi tre anni”.. Cioè soldi che hanno risparmiato grazie alla gente come me che lentamente si sta ritrovando senza lavoro dopo anni e anni di precariato e abilitazioni conseguite, grazie alla riforma dei tagli Gelmini- Tremonti. Credo che non ci siano tante altre cose da dire, se non che questo non è il merito che vogliono far credere, è solo un’altra delle gravi ingiustizie che si subiscono nel mondo della scuola, facendola passare per una cosa ben fatta. La gente comune pensa: “ Bene era ora che si valutassero gli insegnanti, quei fannulloni” Sì ma come viene svolta la cosa?? Non mi sembra che questa sia la maniera più giusta..

Lettera firmata