Quando Elektra muore
arte e cultura

Eraclea Minoa, stasera va in scena Quando Elektra Muore

AREA ARCHEOLOGICA ERACLEA MINOA – CATTOLICA ERACLEA
Mercoledì 12 agosto alle ore 21.15 l’area archeologica di Eraclea ospiterà l’ultima replica di “Quando Elektra Muore”, suite in quattro quadri da Hugo Von Hofmannstahl, di cui firma regia e drammaturgia Manuel Giliberti. Elektra di Von Hofmannstahl è un testo che pur risentendo delle influenze della interpretazione goethiana della tragedia greca non è esente dallo spirito della Vienna fervidamente intrisa degli studi di Freud e di Breur, “invasa” di psicoanalisi e attenta alla nuova interpretazione dei miti. E’ interessante oggi ripercorrere questa scrittura dove i temi ricorrenti divengono simboli ossessivi: il sogno e il suo significato, il rapporto edipico, la tentazione incestuosa tra le due sorelle, la vendetta attraverso l’assassinio rituale , a segregazione non solo fisica ma mentale. Modernissima questa visione che si rafforza nella lettura delle note dell’autore che, alla maniera che sarebbe poi stata di Brecht, suggeriscono una distanza assoluta dalle tentazioni anticheggianti ed etnografiche. Non una Grecia antica suggeriva Hofmanstahl ma un cortile di palazzo dove oscure segrete e polvere, polvere dappertutto, conservano colpe e segreti irredimibili.
In “Quando Elektra muore” la materia incandescente delle follia e della conseguente lucidità si compone sotto in fissità improvvise, in accenni di danza trattenuta, in una sorta di delirante attonita passione. Si rende omaggio, in questa suite in quattro quadri firmata da Giliberti, all’idea più profonda di Hofmannstahl: Elektra vuole allontanare la soluzione tanto cercata nell’incubo, l’abbraccio del fratello e la morte di Egisto, perché il desiderio di vendetta è l’unico sentimento che la tiene in vita . La sfortunata figlia di Agamennone muove così le spirali di una follia dionisiaca che la fulminerà alla fine.

verso Argo
QUANDO ELEKTRA MUORE
Suite in quattro quadri da Hugo Von Hofmannstahl
drammaturgia e regia Manuel Giliberti
scene e costumi Rosa Lorusso
musiche originali Antonio Di Pofi
con Carmelinda Gentile, Giuliana Di Stefano, Cecilia Mati Guzzardi, Claudia Bellia, Laura Ingiulla, Deborah Lentini, Vladimir Randazzo