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la prima enciclica di Benedetto XVI

La prima enciclica di Benedetto XVI è destinata a sollevare l’interesse di ciascuno di noi e allo Stato in quanto tale. Il Papa ci ha abituati ai suoi moniti, che vanno ben al di là della del materialismo terreno e politico e si rivolgono alle coscienze senza distinguere l’uomo “comune” dall’uomo politico e di potere. A questi ultimi si rivolge con una frase molto forte: “Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe a una grande banda di ladri”. Dice proprio così Papa Ratzinger nella sua prima enciclica incentrata sull’amore. E, chiede alla Chiesa di “contribuire alla purificazione della ragione” e di “recare il proprio aiuto per far sì che ciò che è giusto possa, qui e ora, essere riconosciuto e poi realizzato” E lo Stato per cui tanti oggi si sbracciano? Va contro i cittadini se pretende di ergersi ad assoluto, e di d ecidere a proprio piacimento della vita e della sorte degli uomini. O anche se pensa di provvedere a tutto, sostituendosi all’iniziativa della gente. Alla radice della democrazia c’è, piuttosto, il valore della persona, la sua libertà di scelta e di operosità che non possono essere sacrificate a nulla. E c’è il rispetto per quei diritti inscritti nella stessa natura umana. Benedetto XVI, si stacca dal “terreno” e occupa il ruolo di filosofo pensatore illuminato, rimasto ingiustificatamente vuoto in questi ultimi decenni. La crisi assoluta del pensiero sta contribuendo ad inaridire la stessa natura umana, le Sue parole, ancora una volta susciteranno discussioni, attacchi, critiche, ma troveranno anche uomini pronti ad aprirsi e a farle proprie.

Pubblicato su POLITIKAMENTE