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Comitato d’agitazione permanente delle scuole biellesi, il comunicato stampa

Ogni giorno di più, la cronaca relative a tematiche scolastiche vede l’attenzione ruotare attorno alla mozione appoggiata da molte scuole nazionali (una quarantina in Piemonte) e da tutte le scuole superiori e qualche scuola media e elementare della provincia biellese, relativa al blocco delle visite d’istruzione.
In verità, in tutte le scuole si sono votati documenti più ampi, che denunciavano le nuove difficoltà prodotte dai tagli di bilancio e invitavano i docenti ad atti di solidarietà (nella gestione dell’orario, dei progetti, dell’attività didattica) nei confronti di docenti precari e espulsi dalla scuola.
La principale motivazione che ha spinto il Comitato di Agitazione Permanente delle Scuole Biellesi a proporre questa iniziativa sul territorio biellese è stata la volontà di attirare sul mondo della scuola quell’attenzione, da parte della società, che è diminuita sempre di più nel corso del tempo.
Molte volte sono stati proposti presidi, volantinaggi, scioperi per cercare di informare dei danni subiti dalla scuola pubblica ma tutto questo sembrava lasciare indifferente la maggior parte della cittadinanza.

La critica che più volte ci viene mossa consiste nel fatto che il blocco delle visite di istruzione va a colpire i ragazzi in uno degli aspetti che più sta a loro a cuore, scaricando il nostro disagio su di loro.
Ma noi pensiamo che la “riforma scolastica”, che sta ora portando i suoi effetti sulla scuola superiore dopo aver già colpito elementari e medie, sia la vera causa di disagio degli alunni: avere classi sovraffollate riduce il tempo che il docente può dedicare a ogni singolo alunno; cambiare continuamente insegnanti impedisce di acquisire un metodo di studio costante e efficace; la riduzione delle attività di laboratorio impedisce una formazione adeguata; la riduzione drastica dei mezzi finanziari per svolgere le attività necessarie alla formazione colpisce tutti gli studenti, e i genitori che sono molte volte chiamati a sopperire a tali mancanze. E non parliamo delle migliaia di lavoratori espulsi dalla scuola (nel biellese quasi 200 !).

Le mozioni votate hanno avuto il ruolo di portare il disagio, che alunni e docenti vivono, all’esterno delle mura scolastiche, andando a colpire alcuni interessi privati che girano attorno alla scuola e muovono milioni di euro ogni anno.
Infatti “tour operator” e associazioni di categoria connesse, temendo le ricadute finanziarie della decisione delle varie scuole d’Italia, hanno cominciato a far pressioni su politici locali e nazionali per ripristinare i compensi destinati ai docenti che accompagnano i ragazzi nelle visite d’istruzione.
Si legge sui giornali locali del nord Italia che agenzie turistiche si sono offerte di pagare, loro stesse, i compensi ai docenti perché rivedano la loro posizione.
Alcuni politici propongono di stanziare fondi da destinare alle scuole per integrare le retribuzioni dei docenti

Costoro non hanno capito: non è questo ciò che vogliamo!!
La nostra battaglia non è volta alla riconquista dei soldi persi dagli insegnanti che sono rimasti nella scuola, ma vuole rendere noto il dissenso che il mondo della scuola pubblica, in ogni sua componente, esprime nei confronti di una riforma che la priva dei mezzi necessari per andare avanti e formare così i cittadini di domani.
Oggi non chiediamo di essere pagati di più, ma chiediamo che la scuola abbia le risorse umane e finanziarie per svolgere il compito educativo e formativo al quale è chiamata.
Vogliamo che alunni, colleghi, genitori e dirigenti siano tutti in prima fila a denunciare le carenze, le difficoltà e opporsi alle scelte cieche, improntate solo al risparmio e ai tagli indiscriminati.
Vorremmo che la scuola fosse amministrata da persone capaci che sapessero come, dove e quando agire, che evitassero scappatoie e inganni.
Il pressapochismo di questa “riforma”, con le continue toppe messe sulle falle più grosse, ci lascia esterrefatti, vorremmo che la società biellese se ne rendesse conto e con noi agisse per conquistare gli strumenti necessari per ridare il ruolo che spetta alla scuola pubblica.
Biella, novembre 2010

Comitato d’agitazione delle scuole biellesi