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Docenti precari: “35mila a rischio con riapertura graduatorie”? Semplicemente non è vero!

Il Coordinamento Nazionale degli abilitati del TFA Ordinario intende rettificare le mistificazioni veicolate da alcuni rappresentanti del comitato MIDA riguardo ai presunti 35000 posti messi a rischio dalla eventuale riapertura delle Graduatorie d’Istituto di II Fascia.
L’aspetto fondamentale da tenere in considerazione, innanzitutto, è quello relativo alle cifre proposte dal MIDA: gli abilitati del TFA Ordinario sono semplicemente 11.000, perciò con un rapido calcolo matematico si può affermare che di quei 35000 posti, ammesso che siano reali, 11.000 e non 35.000 potrebbero venire assegnati agli insegnanti abilitati TFA che, eventualmente, verrebbero inseriti in II fascia delle graduatorie di istituto. Tali docenti abilitati, infatti, hanno  GIA’ conseguito il titolo abilitante e hanno quindi tutto il diritto di spenderlo nel corrente anno scolastico, così come nelle intenzioni del MIUR sancite dalla famosissima nota ministeriale del 17 Aprile 2013 che citiamo testualmente: “….l’obiettivo in generale è, però, quello di garantire agli aspiranti la possibilità effettiva di seguire i corsi e di ottenere, una volta positivamente valutati in itinere e nell’esame finale, il titolo di abilitazione in tempo utile per poterne usufruire sin dal prossimo anno scolastico..”.
Se poi si considera che la maggior parte dei docenti abilitati con TFA già è iscritto in terza fascia e possiede un requisito di servizio tale da poter ottenere incarichi di supplenza prima dei colleghi PAS aventi meno anni di servizio, si può desumere con tutta facilità che i posti che verranno assegnati ai tieffini saranno molti meno della cifra corrispondente agli 11000 abilitati.
In secondo luogo, per rispondere all’argomentazione del MIDA, secondo la quale la riapertura delle graduatorie metterebbe a rischio cattedre di personale NON abilitato, (attualmente in attesa di conseguire il titolo abilitante tramite un corso “speciale e riservato” che contempla come unico criterio selettivo l’anzianità di servizio, il PAS), occorre osservare, che la durata delle graduatorie di istituto, in precedenza biennali e prolungate a cadenza triennali con l’ultimo decreto di riapertura, è stata già violata in via straordinaria lo scorso anno, non solo per gli accorpamenti degli istituti, ma anche per l’immissione dei docenti COBASLID e AFAM. Di ciò, però, nessun precario di terza fascia pare si sia lamentato pubblicamente lo scorso anno. In questo Paese dove l’eccezione è spesso eretta a regola, dove si parla di graduatorie chiuse e poi riaperte in via eccezionale e continuativa anno dopo anno (si veda il caso citato, ma anche le riaperture straordinarie delle graduatorie ad esaurimento del 2009 e del 2012), non comprendiamo il motivo per cui, dopo simili deroghe apportate a vantaggio di vari profili professionali di docenti, non si possa provvedere all’inserimento dei docenti neo-abilitati TFA.
I docenti GIA’ abilitati in questi mesi attraverso il TFA Ordinario, infatti, hanno conseguito un titolo di abilitazione, (dopo aver superato tre difficilissime prove di accesso più numerosi esami didattico-disciplinari, aver frequentato un tirocinio e affrontato un esame finale), in tempo utile per tale inserimento, come previsto dalla nota ministeriale del 17 aprile 2013. A chi poi intende sminuire la validità di un simile percorso, rispondiamo che ogni università ha gestito autonomamente i corsi, ma che, nella maggior parte dei casi, questi hanno avuto durata perlomeno semestrale, alla quale va aggiunto il periodo di preparazione e di svolgimento delle tre prove di accesso suddette.
Vorremmo infine demistificare un ultimo pregiudizio, usato in maniera surrettizia per far passare la falsa identificazione tra abilitato TFA e neo-laureato: se è vero che parte degli abilitati TFA sono giovani neo-laureati, è altrettanto vero che la maggioranza di essi ha anni di servizio alle spalle che avrebbero permesso loro di poter accedere ai PAS. Basti pensare ai dati del Cineca, secondo cui l’età media dei partecipanti alle prove selettive del TFA si attestava tra i 37 e i 38 anni. Molti docenti TFA, dunque, sono ad oggi, a tutti gli effetti, parte integrante del personale PRECARIO di Terza Fascia, con anni di esperienza alle spalle, in tutto simili ai colleghi rappresentati dal MIDA, con l’unico merito distintivo di aver regolarmente superato le prove selettive del primo percorso ordinario. La vera motivazione su cui si basa la distinzione tra gli abilitati TFA e i futuri abilitati PAS è proprio questa: non i neo-laureati da una parte e gli insegnanti con anni di esperienza che hanno tenuto aperte le scuole dall’altra, bensì  docenti TFA che hanno superato prove di selezione e docenti PAS che o non le hanno superate o, peggio ancora, hanno atteso a braccia conserte il passaggio periodico del treno della sanatoria all’italiana. Al valore fondamentale della continuità didattica, dunque, rispondiamo con la necessità della preparazione e della qualità didattica e con la richiesta che, come avviene in ogni Paese normale, i docenti abilitati possano godere di una priorità nell’assegnazione di incarichi e supplenze rispetto ai colleghi non abilitati. E’ questa la richiesta che avanziamo al Ministero da mesi e alla quale attendiamo venga data una risposta chiara e puntuale, che consenta l’inserimento nella II fascia delle graduatorie di istituto a partire dall’anno scolastico 2013/14.
Tutto ciò dà significato più compiuto alla parola “precari” espressa dal Comunicato del MIDA.  Gli studenti del TFA Ordinario sono PRECARI già in servizio nella scuola, con anni di esperienza e non neolaureati! Se venissero avallate le posizioni del MIDA ne verrebbe fuori una realtà molto complessa dove gli insegnanti PRECARI e SELEZIONATI devono lasciare il posto ad INSEGNANTI PRECARI NON ABILITATI in attesa di un titolo abilitante riservato.

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