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ITP: FIGLI DI UN DIO MINORE O SERI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE E FORMAZIONE?

di Giorgio Mottola
Sono trascorsi circa 65 anni dall’introduzione nel comparto istruzione della figura dell’insegnante tecnico pratico. (decreto legislativo 1277/48).
Più di mezzo secolo di problemi irrisolti per una categoria di insegnanti a cui è affidata la responsabilità di conduzione delle attività di laboratorio nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, dapprima in piena autonomia e successivamente, con ore parziali, in compresenza..
Autentici PROFESSIONISTI  della formazione e dell’istruzione tecnica e professionale che hanno, di fatto, anticipato i tempi sviluppando quella DIDATTICA PER COMPETENZE che solo con anni di ritardo avrebbe richiamato l’attenzione del mondo della scuola.
Professionisti che, pero’, sembrano  essere figli di un Dio minore  considerato che proprio su di loro si è abbattuta la scure dei vari governi che si sono succediti nel tempo, mortificandone la dignità, il ruolo e la professionalità di docente.
Non ultimo il confusionario riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali del 15 marzo 2010 che ha comportato una enorme riduzione del quadro orario a scapito  delle ore di laboratorio determinando dei riflessi critici in capo a questa categoria di insegnanti con la conseguenza di determinare consistenti  esuberi nel personale di ruolo e, di riflesso,  precludendo ogni possibilità di accesso ai docenti della Tabella C che da anni vengono arruolati con contratto a tempo determinato.
Una Riforma, tra l’altro, i cui aspetti critici (rilevati dal monitoraggio dell’INDIRE) avrebbero dovuti essere ridiscussi in Parlamento entro dicembre del 2012 ma, a quanto pare, rinviata sine die a causa dell’avvenuto scioglimento delle camere.
A mortificare ulteriormente la categoria è, poi,  il  comma 81 dell’art 4 della legge n.183 del 2011 il  quale  prevede  che “negli istituti di secondo grado ove sono presenti insegnanti tecnico pratici in esubero, è accantonato un pari numero di posti di assistente tecnico” declassando, di fatto, tale figura professionale dal momento in cui viene indirizzata  verso un’area e un profilo che non gli compete. Un abnorme conflitto con lo stato giuridico dell’insegnante tecnico pratico, la cui funzione docente è ampiamente declamata nei riferimenti  normativi.
Un provvedimento che risulta essere una spada di Damocle sul capo degli insegnanti tecnico pratici nonostante alcuni schieramenti politici presenti nello scorso parlamento ne avessero rilevata la illegittimità.
Ricordo, tra l’altro, la Risoluzione in Commissione 7-00888 presentata da BENEDETTO FABIO GRANATA
martedì 5 giugno 2012, nella  seduta n.644, e i vari atti parlamentari presentati da Pierfelice zazzera (IdV) o da Granata-Muro e Di Biagio (FLI) . Quest’ultimo, attuale senatore di Scelta Civica (tornato alla ribalta della cronaca per aver FIERAMENTE RINUNCIATO all’IMMUNITA’ PARLAMENTARE  per essere ascoltato nel corso di una indagine a suo carico).
Eppure i docenti tecnico pratici rischiano ancora di essere presi di mira da un sistema che solo a chiacchiere ne riconosce la professionalità ma che, nei fatti, li costringe all’esubero, alla declassazione o, nel migliore dei casi, ad una forzata riconversione.

Liborio Butera:
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