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Cosa sono gli animali ausiliari e a cosa servono

…..se non esistessero gli animali ausiliari …le foglie sarebbero piene di buchi, i tronchi scavati da larve insaziabili… e gli insetti dominerebbero indisturbati sulle colture dell’uomo, di Alberto Fasano

Gli insetti appartengono alla classe del phylum Artropodi, collocata,nella superclasse degli Esapodi. Sono considerati il gruppo più ricco di forme esistente sulla Terra: le specie descritte sono oltre un milione e il loro numero e’ in continuo aumento
Gli insetti possono danneggiare le colture agricole, talvolta in modo disastroso, divorare le derrate alimentari, i manufatti, e fungere da vettori di virus, batteri, funghi delle piante coltivate.

Il danno provocato all’agricoltura è andato aumentando con il passare degli anni, grazie anche in parte alla pratica agricola della monocoltura e all’uso incontrollato degli insetticidi che hanno eliminato oltre ai fitofagi anche i loro predatori e parassiti, vale a dire i fattori che limitavano la crescita numerica delle popolazioni dannose, e hanno determinato l’insorgere dei fenomeni di resistenza genetica.
Gli insetti possono provocare danni alle piante coltivate o utili all’uomo in vari modi: divorando le foglie, i fusti, le radici, i frutti scavando gallerie nel legno degli alberi d’alto fusto, oppure nelle foglie, producendo galle ecc. Il danno è particolarmente ingente quando la specie dannosa viene introdotta in un ambiente nuovo; è questo il caso della fillossera della vite, e della dorifora della patata, importate dall’America in Europa e divenute rapidamente infestanti, con conseguenze disastrose. I più noti insetti nocivi all’agricoltura sono:
a) fra gli Emitteri,
i Psillidi (le larve di Psylla piri attaccano il pero),
gli Afididi (Aphis pomi arreca danni al melo e al pero),
i Fillosseridi (con la già citata fillossera),
b) fra i Lepidotteri,
i Tineidi (cui appartengono le tarme e le tignole, tra cui Sitotroga cerealella o tignola del grano, Tineola pellionella e T. bisselliela, le comuni tarme, dannose a pellicce, indumenti di lana ),
gli Iponomeutidi (i bruchi di Yponomeuta malinellus, o tignola del melo, si nutrono delle foglie di meli, peri e susini)
Prays oleellus, tignola dell’olivo, provoca danni ingenti ad agrumeti e oliveti
i Tortricidi (le larve della tignola del pesco, Cydia molesta, attaccano i getti apicali e, in seconda generazione, i frutti del pesco, dell’albicocco, del mandorlo, del susino)
Cydia, o Carpocapsa, pomonella è detta verme della mela
i Piralidi (le larve di Galleria mellonella divorano la cera degli alveari)
Ephestia kühniella da larva si nutre di farine e le trasforma in ammassi di detriti
le larve di Ostrinia nubilalis, scavano gallerie nei fusti del mais, passando poi alle pannocchie, ma attaccano anche canapa, fagioli, tabacco, crisantemi, dalie i Cossidi (le larve del perdilegno rosso, Cossus cossus, e del perdilegno bianco, Zeuzera pyrina, scavano gallerie sotto la corteccia di alberi adulti di molte specie da frutto, ornamentali o forestali), i Nottuidi (le larve di Agrotis segetum si nutrono di specie selvatiche ma anche di cereali, patata, barbabietola, tabacco, vite ), i Limantridi (le larve polifaghe di Lymantria dispar attaccano alberi da frutto e molte latifoglie a portamento arboreo o arbustivo e sono considerate la principale specie defoliante dei boschi di latifoglie in Europa ), i Lasiocampidi (con Lasiocampa quercus o bombice della quercia), i Taumetopeidi (con la processionaria del pino, Thaumetopoea pityocampa), i Pieridi (con il genere Pieris, le cavolaie, come per es. P. brassicae, le cui larve si nutrono delle foglie di Crucifere, quali. cavoli, colza, rapa )
c)fra i Ditteri,
i Bibionidi (Bibio hortolanus ha larve che rodono la porzione sotterranea di piante erbacee, talora distrugge i raccolti di ortaggi),
i Cecidomidi (con Mayetiola destructor, dannosa ai cereali), i Tefritidi (comprendenti specie parassite endofaghe di frutti, fusti e radici, fra cui Ceratitis capitata, la mosca mediterranea della frutta, e Bactrocera oleae, la mosca dell’olivo, un vero flagello per gli oliveti), gli Agromizidi (le larve del genere Agromyza scavano gallerie nelle foglie del carciofo);
d)fra i Coleotteri, i Dermestidi (tra cui il genere Anthrenus, che arreca danni a pelli, tappeti vestiti ), gli Elateridi (Agriotes lineatus o elaterio dei cereali ha larve che si nutrono delle radichette di varie piante, come vite, tabacco, ortaggi, cereali), i Tenebrionidi (con Tenebrio molitor o larva della farina e Tribolium castaneum o tribolio, le cui larve deteriorano farine);
i Cerambicidi (le larve scavano gallerie nel legno di piante sia vive sia morte, spesso marcescenti; il Cerambyx cerdo attacca in genere le querce), i Crisomelidi (le larve sono fitofaghe, Lilioceris lilii, delle Gigliacee, Chrysomela populi, dei pioppi, Galerucella luteola, dell’olmo; le larve dei tronchi, genere Bruchus, si nutrono dei semi di Leguminose) i Curculionidi (con Otiorhynchus sulcatus il genere Calandra, Curculio nucum che attacca le nocciole, Anthonomus pomorum le cui larve si nutrono delle gemme fiorifere di melo e pero, impedendone la fruttificazione), gli Scolitidi (scavano gallerie, da larve e da adulti, nei tronchi degli alberi da frutto o spontanei, e arrecano danni ingenti);
e) fra gli Imenotteri:
i Tentredinidi (con specie fitofaghe ma non molto dannose: le larve del genere Hoplocampa attaccano i frutti di peri, meli, susini ),
i Cinipidi (per la maggior parte cecidiogeni, cioè produttori di galle sui vegetali, ma non molto dannosi: Cynips quercus, delle querce, Diplolepis rosae, delle rose), i Formicidi, (con poche specie moderatamente dannose: Crematogasterscutellaris scava gallerie nei tronchi degli alberi, Messor barbarus asporta semi di graminacee per il nido, le formiche possono penetrare nelle abitazioni dove ricercano sostanze alimentari).

Ma a vigilare sulla loro propagazione sul mondo vegetale vigilano preziosissimi animali utili all’uomo gli zoofagi, cioè gli animali che si nutrono di altri animali, essi hanno il ruolo ecologico di contenere il numero di individui all’interno degli ecosistemi, sui prati e fra gli arbusti, molti rettili (lucertole, camaleonti, orbettini) e anfibi (rospi, raganelle e salamandre) operano alternandosi di giorno e di notte alla continua ricerca di Insetti, in cielo tanti piccoli uccelli (capinere, pigliamosche, pettirossi, cince, picchi) sono a caccia e consumano un’enorme quantità di insetti e di ragni.

Rondini . – Famiglia di uccelli ascritta all’ordine dei Passeracei. Statura piccola; becco corto, adunco all’apice e largo alla base; apertura boccale ampia; ali appuntite, assai lunghe con 9 remiganti: la prima è ridotta o mancante, la seconda e la terza sono le più lunghe; coda più o meno forcuta, di dodici penne; tarso cortissimo; dita deboli con unghie fortissime che servono come uncini per aggrapparsi.
Sessi molto simili. Più di cento specie sparse quasi dovunque. In Italia s’incontra il genere Hirundo L. caratterizzato da tarso e dita nude, coda molto forcuta, uova bianche e macchiettate. A tale genere appartengono la Rondine comune, Hirundo rustica L., e la Rondine rossiccia, Hirundo daurica rufula Temm. Il genere Delichon Moore che comprende il Balestruccio presenta coda mediamente forcuta, tarso e dita piumate; uova bianche. Nel genere Riparia Forst, le dita sono più o meno nude e il tarso completamente nudo, la coda poco forcuta, le penne morbide e, a differenza dei generi precedenti, prive di colori metallici. Le uova sono bianche o macchiate di rosso. A quest’ultimo genere appartengono il Topino, Riparia r. riparia , e la Rondine montana, Riparia rupestris
Le rondini sono instancabili volatrici. Le specie che nidificano in Italia migrano nell’Africa in autunno per trascorrervi l’inverno e si spingono talora anche nella parte meridionale del continente nero. Le rondini frequentano i luoghi abitati e le campagne. L rondine Topino preferisce le località prossime alle acque. Costruiscono un nido di fango e paglie attaccato ai tetti delle case o alle rocce. Alcune specie nidificano in colonie, altre, come la rondine comune, anche isolate. Il numero delle uova deposte varia da quattro a sei.
Le rondini sono grandi divoratrici d’insetti che catturano in volo mediante l’ampia bocca.

Rondóni uccelli del genere Apus, a diffusione cosmopolita, simili In Italia si trovano, di passo e nidificanti, il rondone comune (Apus apus) e il rondone alpino (Apus melba). Essi sono grandi divoratrici d’insetti che catturano in volo mediante l’ampia bocca.

Pipistrello Nome comune dei Mammiferi Euteri dell’ordine Chirotteri, comprendente circa 1100 specie riunite in 18 famiglie, in Italia sono presenti i Vespertilionidi, i Rinolofidi e i Molossidi con 30 specie.

I Pipistrelli sono specializzati per il volo, effettuato con un alterno abbassarsi e innalzarsi delle membrane alari e reso possibile da una notevole trasformazione dell’arto anteriore. La membrana alare, o patagio, duplicatura della pelle ricca di terminazioni nervose, è sostenuta da 4 dita (II-V) della mano pentadattila (il pollice è libero) che hanno i metacarpali e le falangi straordinariamente allungati; la membrana continua ai lati del corpo e fino agli arti posteriori, connettendosi alla base del piede e delle sue dita, e si estende fra gli arti posteriori e la coda. La parte del patagio che si estende al di sotto del braccio, fra il V dito, l’arto posteriore e i lati del corpo è detta endopatagio o plagiopatagio ,La porzione del patagio situata fra la spalla e il braccio si dice propatagio o membrana antibrachiale. Il braccio è moderatamente allungato e robusto; l’avambraccio è più allungato, con il solo radio funzionale, l’ulna è fusa con esso, e ciò contribuisce alla rigidità dell’arto, la mano è fissata in posizione intermedia fra la pronazione e la supinazione. Nell’arto posteriore il ginocchio è rivolto all’infuori e dorsalmente; la pianta del piede è in avanti con alluce rivolto all’esterno, e questo spiega come per i p. sia disagevole la locomozione a terra e difficile riprendere il volo dal suolo. La pelliccia è di colore bruno, grigio, olivastro giallo dorato o arancione. Sul corpo sono presenti ghiandole odorifere con funzioni di richiamo sessuale o repellenti per i predatori. Caratteristiche formazioni cutanee sono placche, verruche, sul mento o sulla faccia, o le cosiddette foglie nasali intorno alle narici, estese alla faccia, come nei Fillostomidi e nei Rinolofidi. Lo scheletro è leggero, con presterno largo, carenato, per dare attacco ai forti muscoli pettorali; l’articolazione del gomito a cerniera permette soltanto movimenti di ampia abduzione e adduzione; il bacino gracile, è rotato dorsalmente. Il piede, pentadattilo, ha tarso breve e calcare, unito al calcagno, a sostegno del patagio. Le dita sono provviste di unghie. La conformazione del cervello, con emisferi a superficie liscia nei Microchirotteri, ricorda quella degli insettivori; sviluppatissimi i sensi, principalmente l’udito, con enorme sviluppo dell’orecchio esterno nei Microchirotteri. Gli occhi, piccoli nei Microchirotteri, hanno conformazione normale; gli organi olfattori sono ben sviluppati. La dentatura definitiva, di tipo insettivoro, comprende da 20 a 38 denti.

L’ovulazione e la fecondazione avvengono, dopo il letargo invernale, durante il quale la femmina conserva il seme maschile raccolto nell’accoppiamento in autunno. Si ha una generazione l’anno; di regola viene partorito un solo piccolo, raramente 2; le ghiandole mammarie sono 2, pettorali, per lo più ascellari. Il piccolo, allattato dalla madre durante il volo, è abbandonato dopo 5-6 settimane.
Di abitudini essenzialmente crepuscolari o notturne, i pipistrelli vivono all’aperto soltanto nella buona stagione, nascosti durante il giorno in ripari semibui di vario genere: grotte, ruderi, soffitte, cavità degli alberi ecc. In assenza di luce, i pipistrelli localizzano durante il volo gli ostacoli e le prede grazie alla capacità di emettere e ricevere ultrasuoni attraverso l’eco ma, se la luce è sufficiente, utilizzano anche la vista. I pipistrellli comuni europei sono insettivori Nelle regioni temperate, al sopraggiungere dei freddi invernali, i pipistreli , riuniti a frotte nei ripari e ricoveri naturali, vanno in letargo. la presenza di pipistrelli insettivore è in rapporto diretto con quella degli insetti.

Alla famiglia Strigidi appartengono specie di abitudini notturne (gufi, civette, assioli), che frequentano foreste, aree aperte o antropizzate: hanno becco a uncino, con cera alla base; zampa armata di robusti artigli con 2 dita anteriori e 2 posteriori; piumaggio di colori poco vistosi, e penne della faccia disposte a formare un disco facciale intorno ai grandi occhi.
Le specie più piccole predano oltre a larve insetti anche Artropodi Civetta Nome comune di varie specie di Uccelli Strigiformi
Strigiformi Ordine di Uccelli che comprende oltre 130 specie, comunemente note come rapaci notturni, suddivise in 26 generi e nelle due famiglie degli Strigidi e dei Titonidi. Hanno testa tondeggiante, molto mobile, occhi situati anteriormente, grandi, becco corto e robusto; si alimentano di insetti e di piccoli Mammiferi e nidificano in cavità naturali di alberi e rocce, ove depongono da 1 a 12 uova bianche tondeggianti.
La civetta. comune (Athene noctua); notturna, ha piumaggio grigio bruno, piccole dimensioni (ala lunga 160 mm); è comune e stazionaria in Italia e nelle isole, diffusa in Europa, in parte dell’Asia e dell’Africa settentrionale; nidifica nelle cavità,e negli anfratti anche tra le abitazioni. Si nutre di piccoli roditori, insetti e piccoli uccelli. Altre specie italiane sono la civetta. capogrosso, Aegolius funereus, e la civetta. nana, Glaucidium passerinum. La civetta. fu nell’antichità uccello sacro e simbolo della città di Atene.

Gufo Nome comune di alcuni uccelli Strigiformi rapaci notturnicaratterizzati dal disco facciale completo e ben distinto.
Il genere Asio ha dimensioni medie, ciuffi per lo più evidenti, ali lunghe, tarsi piumati, piumaggio morbido. In Italia sono presenti: il gufo. comune o gufo. minore, Asio otus della mole di una cornacchia, con ciuffi (o cornetti) relativamente lunghi, ala lunga circa 30 cm, in parte migratore; in Italia si trova più facilmente nell’inverno o durante il passo. Si nutre di piccoli roditori, insetti e larve Assiolo Uccello rapace notturno (Otus scops) dell’ordine Strigiformi, di piccola statura (ala lunga 150 mm), con ciuffi auricolari distinti; notturno. In Italia è di doppio passo regolare estivo, comune e nidificante. Migratore, insettivoro, annuisce come la civetta; da aprile ad agosto si sente il suo monotono richiamo.

Cincia Piccolo uccello Passeriforme, appartenente alla famiglia Paridi. Dai colori per lo più vivaci, le cince. nidificano nelle buche degli alberi o in vecchi nidi di altri uccelli, deponendo numerose uova immacolate o con macchie piccole; Sono insettivori. Se ne distinguono circa 100 specie, in tutto il mondo.
Parecchie vivono in Italia: cinciallegra (Parus maior;); cinciarella (Parus caeruleus;); cinciallegra mora (Parus ater);
cinciallegra. dal ciuffo (Parus cristatus) cinciallegra alpestre, comune; cinciallegra bigia alpestre (Parus montanus);

Scricciolo Specie (Troglodytes troglodytes;) uccello Passeriforme Di piccole dimensioni (ala lunga 50 mm), ha becco appuntito, corpo corto e tozzo, coda corta volta all’insù, colore bruno-rossiccio. Grandissimo Insettivoro vive in arbusteti e boschi; in Italia è comune, stazionario

Caprimulgo ordine di uccelli affini ai rondoni, comprendente varie famiglie caratterizzate da piumaggio morbidissimo, testa grande, becco corto e apertura orale molto ampia. Si nutrono di insetti

Picchio nome comune degli uccelli Piciformi appartenenti alla famiglia Picidi, che comprende oltre 200 specie, di piccole e medie dimensioni Hanno becco diritto, forte e acuminato, a scalpello col quale picchiano sulla corteccia degli alberi, lingua lunga, protrattile e vischiosa con cui catturano insetti e larve sotto la corteccia, e coda a cuneo, con timoniere a rachidi robusti, utilizzata come appoggio per arrampicarsi sui tronchi; piede di tipo zigodattilo due dita rivolte in avanti e due indietro. Prevalentemente arboricoli, stazionari e solitari, vivono nelle località boscose nidificano nelle cavità degli alberi e scavano, ove occorra, l’apertura che serve di accesso al nido. In Italia sono presenti 9 specie:
il torcicollo(Jynx torquilla) il picchio verde (Picus viridis), il picchio cinerino (Picus canus), il picchio nero(Dryocopus martius), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos maior), il picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius), il picchio rosso minore (Dendrocopos minor), il picchio dorsobianco (Dendrocopos leucotos) e il picchio tridattilo (Picoides tridactylus), caratterizzato dall’assenza del primo dito.

Esistono poi il picchio muraiolo (Tichodroma muraria; fig. E), stazionario in Italia e nidificante sugli alti monti e il picchio muratore (Sitta europaea; fig. F), sedentario e nidificante, comune in Italia, soprattutto nei boschi di montagna e di collina, costruisce il nido nei buchi dei muri e degli alberi, o riadatta nidi vecchi e di altri uccelli, e, qualora il foro d’ingresso al nido sia troppo grande, lo rimpiccolisce con fango e pagliuzze cementate con la saliva. Essi appartengono ai Passeriformi Sittidi

Upupa Specie (Upupa epops) uccello Upupiforme unica specie della famiglia Upupidi.
Di dimensioni medie (ala lunga 14 cm ca.), diffusa in Europa e Africa, ha becco lungo e sottile, curvato in basso; terzo e quarto dito riuniti prossimalmente; penne del vertice lunghe, formanti un ciuffo erettile; colore cannella-rosato, con fasce bianche e nere. Si nutre di insetti. In Italia giunge in primavera per nidificare. Il canto monotono le ha fatto attribuire abitudini notturne che in realtà non possiede

Cuculo uccello dell’ordine Cuculiformi, che vive nei boschi e nei luoghi alberati. La specie Cuculus canorus ha piumaggio cenerognolo a fasce trasversali sull’addome, e coda lunga con rade macchie bianche; il maschio emette il ritmico e noto verso ‘cu-cu’. Distruttore di insetti dannosi, in Italia è estivo e comune.

Capinera piccolo uccello (Sylvia atricapilla ) Passeriforme, famiglia Silvidi, di tinte bruno-cenerognole, con una calotta nera (maschio adulto) o rossiccia (femmina e giovane) sulla testa; ala lunga 75 mm. Nidifica sugli alberi, depone uova macchiate; ha un canto dolce; è estremamente utile all’agricoltura e animale prezioso per la sua lotta agli insetti nocivi . In Italia è comune soprattutto durante il passo, e nell’estate è anche stazionaria.

Rana nome comune degli Anfibi Anuri rappresentanti della famiglia Ranidi, usato anche per indicare genericamente l’intero ordine degli Anuri.
Il genere Rana è cosmopolita e comprende oltre 200 specie, molto simili fra loro. In Italia il genere Rana comprende 7-9 specie autoctone; di queste 3-5 sono note come rana verde o rana comune.Si riproduce da aprile a maggio. Lo sviluppo embrionale o postembrionale dura circa 4 mesi vive prevalentemente in acqua stagnante o corrente. Di notte si porta a terra alla ricerca di cibo la rana risulta molto utile nell’eco sistema per l’agricoltura

Rospo nome comune degli Anfibi Anuri appartenenti alla famiglia Bufonidi possiedono adattamenti ad ambienti secchi umidi, pelle spessa e verrucosa, dimensioni maggiori e più massicci delle rane, in genere non strettamente legati alle raccolte d’acqua stagnanti e o correnti al di fuori del periodo riproduttivo. Rospo comune . Largamente diffuso, terricolo, ha corpo appiattito e tozzo in media lungo 8-14 cm (può raggiungere i 18 cm); pelle da bruna a verde olivastro, ricca di ghiandole sporgenti a mo’ di tubercoli e secernenti una sostanza lattiginosa, irritante per le mucose; . Di giorno i rospi si nascondono in luoghi oscuri, con temperatura elevata e piuttosto umidi; escono di notte per cacciare Artropodi. Gli artropodi sono il gruppo più numeroso degl’invertebrati. quali ragni, scorpioni, insetti, acari, millepiedi In febbraio-marzo si spostano dall’ambiente terrestre in quello acquatico, dove si accoppiano e dove la femmina depone lunghi cordoni di uova. In 8-10 settimane il girino sgusciato completa la metamorfosi. Utilissimi alle campagne e alla agricoltura e molto importanti per un corretto ecosistema

Riccio nome comune dei Mammiferi rappresentanti dell’ordine Erinaceomorfi famiglia Erinaceidi
Gli Erinaceini comprendono il genere Erinaceus, con 4 specie in Africa, Asia ed Europa;
in Italia è presente il riccio. europeo(Erinaceus europaeus), comune in tutta Europa. Lungo al massimo 25 cm, ha corpo tozzo e tondeggiante, arti corti, muniti anteriormente di 5 e posteriormente di 4 o 5 dita, coda cortissima, muso allungato, occhi piccoli. È rivestito superiormente di fitti aculei, corti e duri, che vengono rizzati per difesa grazie a particolari muscoli sottocutanei; altri muscoli permettono ai ricci di appallottolarsi. È solitario, crepuscolare e notturno utilissimo all’agricoltura e guardiano degli orti

Tasso nome comune di varie specie di Carnivori di aspetto simile, appartenenti alle famiglie Mustelidi e Mefitidi.
Il tasso eurasiatico è una specie (Meles meles) di Mustelide diffusa ampiamente in gran parte dell’Europa e dell’Asia. Presente in Italia, a eccezione di Sardegna, Sicilia e isole minori, in ambienti molto diversi, predilige habitat forestali e di macchia. Ha corpo tozzo, lungo circa 60 cm, arti corti e robusti adatti allo scavo, con unghie forti, pelame nero sugli arti e sulle parti ventrali, chiaro sul dorso con due strisce nere ai lati del muso e della testa, che si prolunga in un grosso naso; la coda, lunga circa 20 cm, è bianca. Scava o utilizza tane scavate da altri animali con i quali a volte le condivide: i rifugi si articolano in complessi sistemi di gallerie, con diverse uscite, dove trova rifugio e alleva i piccoli; è onnivoro molto utile all’uomo per la sua dieta a base di larve artropodi e insetti dannosi alla agricoltura . Può avere comportamento sociale o solitario.

Lucertola nome comune dei Rettili Squamati rappresentanti della famiglia Lacertidi, comprendente oltre 30 generi diffusi nei più diversi ambienti in Eurasia e Africa. Lunghe in genere da 10 a oltre 40 cm, le l. hanno corpo slanciato, arti sviluppati, pentadattili, dalla coda lunga e fragile, dal dorso ricoperto di granuli giustapposti o di squame embricate; lingua piatta, allungata e bifida; dentizione pleurodontica, occhi muniti di palpebre ben sviluppate con pupille rotonde. Si nutrono per lo più di Artropodi le lecertole risultano molto utili nell’ecosistema

Biscia Serpente della famiglia Colubridi biscia d’acqua o dal collare; Natrix natrix. Vive nei luoghi erbosi in vicinanza dell’acqua . Lungo da 85 a 110 cm, talora anche più, dal capo grosso, muso arrotondato, collo sottile, tronco subcilindrico, coda breve e colorazione variabilissima ; le femmine sono di dimensioni maggiori dei maschi. Va in letargo d’inverno per un periodo non troppo lungo. Diffusa dappertutto in Italia, si estende al resto dell’Europa eccetto che nelle regioni più settentrionali utile nell’ecosistema delle campagne e dell’agricoltura cibandosi di insetti larve e roditori

Liborio Butera: