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Il PD perde la regione Abruzzo ed esulta

Resta incomprensibile – almeno per chi scrive – l’esultanza di alcuni esponenti del PD che dopo le regionali dell’Abruzzo hanno perso ed hanno consegnato la regione alle “destre”. Fossi in loro rifletterei per la sconfitta e non certo perchè al voto regionale hanno avuto più voti rispetto alle ultime politiche.

Lo sanno anche i bambini che i due dati non possono essere paragonati per tutta una serie di motivi che lo stesso PD conosce bene, ma per motivare le truppe, in particolare i “fanti” preferisce comunicare così il risultato: abbiamo vinto anche se abbiamo perso.

Se il PD non ha nulla da esultare, non ce l’ha nemmeno il M5S e su questo bisogna che inizino a riflettere. Oggi il Movimento è al governo, ha portato a casa molte più cose della Lega però perde consenso mentre l’alleato Salvini cresce e cresce al Sud.

Se ha mal governato il M5S per forza di cose deve aver mal governato anche la Lega, o no?

E allora andiamo nella sostanza. Quello che probabilmente sfugge ai ” festosi fanti” è che chi confronta il dato delle regionali con le elezioni nazionali lo fa in mala fede per tutta una serie di motivi, provo ad elencare quelli più importanti: per le regionali conta molto il candidato, quanto questo è conosciuto sul territorio, quanto può contare sui legami e gli accordi che riesce a tessere con i gruppi (di potere o meno) che operano su quel territorio.

Contano le liste civetta, molti non sano cosa siano, ma influiscono molto e il M5S li rifiuta per statuto.

L’altro aspetto non trascurabile è quanto il Movimento sia riuscito a strutturarsi sul quel territorio, la presenza è importante e chi conosce la filosofia del M5S sa bene che non cerca voti “fidelizzati” non cerca di radicarsi così come invece fanno i partiti tradizionali, ma chiede a chi li vota di sposare in pieno le loro idee, la loro filosofia. Pensa – dico a te che leggi – che rifiutano persino i finanziamenti ai partiti e restituiscono parte degli stipendi, una bestemmia per gli altri.

Chi conosce bene il nostro Paese, i nostri quartieri, sa bene che si preferisce votare il conoscente o comunque una persona che attraverso il consigliere comunale, il sindaco o l’amico si può raggiungere. E chi su quel territorio è presente da decenni è naturale che questi canali li ha attivi da tempo.

La Lega in questo si sta attrezzando sulla scia di quanto fatto in passato da Forza Italia

Se a questi aspetti – a mio modo di vedere importanti – sommiamo gli attacchi mediatici che stanno subendo i 5 Stelle è inevitabile che il risultato finale è lontano da quel 25% tanto sperato.

Se poi analizziamo gli attacchi fatti al reddito di cittadinanza si scopre che proprio tale reddito in un colpo solo fa “fuori” tutta una serie di associazioni che “vivono” sulla povertà, lo spiega bene in un articolo Lettera 43.

La cosa che però dovrebbe far riflettere tutti è che il PD in campagna elettorale e in Parlamento, si è scagliato pesantemente contro i Pentastellati e non contro la Lega consegnando di fatto la regione oggi e domani il Paese, alle destre quelle destre che dicono di contrastare.

Forse sarà per questo che oggi esultano?