Il core update di Google di ottobre 2023 ha spazzato via migliaia di siti dalla SERP, quale la via da seguire?
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Il core update di Google di ottobre 2023 ha spazzato via migliaia di siti dalla SERP, quale la via da seguire?

In questi giorni la rete sta vivendo momenti drammatici, l’ultimo aggiornamento di Google di ottobre 2023, o meglio gli ultimi 3 aggiornamenti del Core Update , hanno eliminato dalla SERP di Google migliaia di progetti, migliaia di siti. Molti portali internet sia italiani che esteri praticamente hanno dimezzato se non ridotto del tutto il proprio traffico con tutte le conseguenze che questo comporta.

A finire nel mirino dell’algoritmo anche molte testate giornalistiche nazionali, anche fra le più affermate e seguite.

Il sospetto che molti hanno è che non si tornerà più indietro, la filosofia della ricerca in rete è cambiata radicalmente grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale che riesce a restituire all’utente una risposta vera ed autorevole (?).

Faccio un esempio concreto: se cerchi informazioni sulle pensioni, la prima fonte che restituisce la ricerca è quella dell’INPS, se invece cerchi informazioni sulla salute le risposte che il motore di ricerca restituisce sono siti autorevoli e spesso ufficiali.

Insomma Google ha mandato in soffitta anni ed anni di teorie fin qui  ritenute valide degli esperti SEO, stravolgendo del tutto la ricerca attraverso il motore di ricerca più importante e più utilizzato al mondo.

La prima conseguenza è che migliaia di imprese in pochi giorni sono scomparse dalla rete, altre invece hanno guadagnato posizioni.

Resta però aperto il tema dell’editoria, negli anni è stata croce e delizia di Google, ma resta aperto anche il tema dell’informazione. Google news, così come Discover, ha registrato una profonda modifica nelle indicizzazioni. A questo punto è quasi scontato domandarsi se gli imprenditori della rete riusciranno a venirne fuori, riportando a galla i tanti portali? La risposta al momento non è semplice da dare, anche perchè se questi portali sono finiti nella rete dello spam di Google difficilmente rivedranno la luce, almeno nel breve periodo.

Intanto sono chiamati a fare i conti con l’AI che non indicizzerà più come prima i siti gestiti spesso da principianti e incompetenti che scrivono articoli con parole chiave long-tail allo scopo di scalare la SERP di Google,  ai primi posti troveremo solo siti autorevoli redatti da una Redazione di persone competenti che restituiscono la giusta risposta alle tante domande. Fini a quando non si troverà la chiava di lettura per tornare a galla. Alcuni giurano di aver già trovato la formula.

Resta però un’incognita: restringendo il numero dei portali, Google non ci rimetterà con gli Adsense? Il profitto ancora una volta prevarrà sui risultati? Lo scopriremo presto.

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