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Decreto Brunetta – la meritocrazia fotterà ad alcuni e darà ad altri

Dopo aver pubblicato le novità del decreto Brunetta circa le nuove modalità di licenziamento, proseguiamo con l’approfondimento del decreto evidenziando come viene introdotta la tanto osannata meritocrazia. Meritocrazia, tanto per essere chiari, significa anzitutto “gerarchizzazione”, ergo ci saranno lavoratori che usufruiranno di guadagni maggiori rispetto ai propri colleghi, facendo finta di essere anche noi per la meritocrazia selvaggia non possiamo però far finta di non notare l’assenza di un “Organismo Indipendente di valutazione, come peraltro era previsto dalle norme. Al suo posto potrebbe nascere una sorta di “Comitato dirigenziale” che metterà in pratica le direttive ministeriali. Insomma il rischio di finire nel tritacarne è evidente a tutti amenochè non si è dotati di una buona “lingua”.

Ma vediamo come distribuisce e toglie i soldi il decreto:

a) il venticinque per cento del personale è collocato nella fascia di merito alta, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al salario accessorio collegato alla performance individuale;

b) il cinquanta per cento è collocato nella fascia di merito intermedia, alla quale corrisponde l’attribuzione del cinquanta per cento delle risorse destinate al trattamento accessorio collegato alla performance individuale;

c)il restante venticinque per cento è collocato nella fascia di merito bassa, alla quale non corrisponde l’attribuzione di alcun trattamento accessorio collegato alla performance individuale;

d)sono previste deroghe alla percentuale del venticinque per cento in misura non superiore a cinque punti percentuali in aumento o in diminuzione, con corrispondente variazione compensativa delle percentuali.

Le fasce dei livelli Medio e Alto si divideranno tutto quanto disponibile come incentivo. 50% a disposizione del 25% dei “Bravissimi” e l’altro 50% per il restante 50% dei “Bravi”.

E poiché per salario accessorio non si intende solo quanto oggi percepito attraverso il Fondo d’Istituto, ma anche l’integrazione stipendiale già presente in busta paga con chi rientra in terza fascia non solo non accede agli incentivi ma sarebbe anche penalizzato con una riduzione di
stipendio rispetto a quanto precedentemente percepito in busta paga.!!!
Dunque si toglierà ad alcuni e si distribuirà ad altri, ma entrare in gioco saranno anche le Progressioni di Carriera ed Economiche non saranno più automatiche, in base all’anzianità di servizio ma andranno di pari passo con la suddivisione in fasce. Le otterrà chi per 3 anni consecutivi o 5 anni non consecutivi è rientrato in 1^ fascia.

Come è facile intuire il DS e il DSGA avranno nelle loro mani tantissimo potere che deriverà loro soprattutto dal fatto che spetta loro stabilire i criteri di gestione e di effettuare le singole valutazioni per riconoscere meriti e demeriti (v. art. 37). Avranno così piena autonomia nella gestione delle risorse umane nella distribuzione del salario accessorio, e nella conseguente gerarchizzazione del personale.

Ma c’è un’altro aspetto che va evidenziato, in questo modo ai sindacati viene sottratta la loro principale prerogativa, ovvero la contrattazione centrale.






Liborio Butera:
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