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L’aglio cinese invade l’Europa

L’aglio cinese invade illegalmente l’Europa. Le autorità svedesi hanno scoperto un traffico che ha permesso di importare illegalmente centinaia di tonnellate di merce. L’aglio proveniva dalla regione dello Jinxiang in Cina, transitava dalla Norvegia (stato non comunitario) evitando così i pesanti dazi imposti da Bruxelles ed entrava in Europa attraversando il confine svedese. I contrabbandieri fermati erano di origine inglese, ma l’idea degli inquirenti è che questa sia solo la punta di un iceberg. Il commercio illegale di aglio è stimato in 1200 tonnellate in 18 mesi. A farne le spese, oltre ai consumatori, i maggiori paesi produttori: Francia, Spagna e Italia. Ma se gli appassionati di bagna cauda ora dovranno guardarsi dall’aglio cinese, non mancano invece gli alimenti tricolori che (legalmente) invadono l’Oriente. Secondo la Coldiretti è boom per il made in Italy che a Pechino fa segnare +27%, con un + 84% per la pasta e +21% per il vino, ma triplicano anche i formaggi e quadruplicano i prosciutti. Cifre che però non devono ingannare: il volume d’affari infatti  resta basso: 300 milioni di euro, contro l’oltre mezzo miliardo di importazioni (per lo più pomodori, ortaggi e frutta conservati, ma anche legumi e aglio).

via Club di Papillon