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Bertinotti e Diliberto contestati con la Moratti

E’ accaduto quel che tutti ci da tempo ci aspettavamo. I fischi a Milano contro il sindaco Moratti e il Presidente della Camera Bertinotti confermano la visione che  la gente ha dei politicanti: di qualsiasi colore politico essi siano, si differenziano solo negli slogan urlati in campagna elettorale, il resto poi è tutto maledettamente uguale. La sinistra, in particolare il partito di Rifondazione Comunista, sta amministrando la cosa pubblica esattamente come faceva un tempo la DC, forse ancor peggio. Per questo motivo la cosiddetta sinistra radicala è insorta contro i leader a loro giudizio asserviti ai padroni. Le contestazioni di Milano lo confermano. NOn è stato risparmiato neanche il compagno Diliberto, tant’è che gli autonomi urlavano “Bertinotti e Diliberto servi dei padroni prima scendete in piazza e poi firmate le missioni” e poi sono stati esposti striscioni che solidarizzavano con le BR arrestate nei mesi scorsi e uno slogan è stato persino dedicato al PM milanese Ida Boccassini “Boccassini non lo dimenticare, la lotta di classe non si può fermare”. E come riporta il portale del Corriere è stato esposto persino uno striscione che recitava: “Libertà per i compagni. Dai vostri compagni di lotta”. Lo striscione di solidarietà che era stato portato dal Centro sociale Gramigna alla manifestazione di Vicenza contro la base Usa, è stato portato anche al corteo del 25 Aprile di Milano. E’ stato appeso a un palazzo di corso Venezia e vicino alcune persone hanno steso altri striscioni con la scritta “spezziamo l’isolamento, costruiamo la solidarietà. Associazione Solidarietà parenti e amici”. Un altro ha scritto «1.200 morti sul lavoro: chi sono i terroristi?». Lo striscione è stato prima tolto e poi rimesso sul palazzo in corso Venezia. E’ comparsa anche una scritta sui muri di uno stabile che chiede la liberazione delle 12 persone arrestate il 12 febbraio scorso con l’accusa di fare parte delle cosiddette nuove Brigate Rosse. Qualche presente per un attimo si è visto risucchiato nel periodo più buio della nostra democrazia: gli anni di piombo. Lo stesso Amato si è detto preoccupato per la solidarietà rivolta ai terroristi.