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Vinitaly o Velenitaly?

 

Il Vinitaly Chiuderà oggi tra mille polemiche, per tutta la durata della kermesse, tra gli stands, ha echeggiato l’inchiesta de l’Espresso intitolata Velenitaly la quale ha rubato la scena al vino e in parte ha messo in ombra la stessa manifestazione che invece ha lo scopo di promuovere il nostro nettare d’uva. Ricordiamolo, tra i più apprezzati al mondo. L’inchiesta dell’Espresso, come fa notare sul suo blog l’amico Tommaso Farina, viene pubblicata “curiosamente in concomitanza col Vinitaly, ha messo in un unico calderone i presunti taroccamenti del Brunello di Montalcino, la fabbricazione di milioni di bottiglie di vinacci “da battaglia” realizzate in modo a dir poco “allegro” e, in un codicillo finale, il vino di Calogero Mannino”. Insomma, un grande “calderone” scritto in tono allarmistico che rischia intanto di fare “di tutta l’erba un fascio” e poi di rovinare in maniera indelebile l’immagine del nostro vino nel mondo intero.

Premesso ciò, vorrei lasciare da parte lo scandalo per porre l’attenzione su un aspetto più “nobile” della kermesse e parlare delle aziende vinicole presenti a Vinitaly che si sono distinte per la loro solidarietà aderendo al programma Dream della comunità di Sant’Egidio. In tutto sono 121 produttori di Vino, i quali per ogni bottiglia venduta verseranno in beneficenza alla comunità 50 centesimi di euro. Le bottiglie che partecipano a tale programma sono dotate di uno speciale bollino “distintivo”. Il premio per la regione più solidale spetta alla Sicilia che conta sette adesioni: Cottanera con il Fatagione, Cusumano con il Benuara, Donnafugata con Chiarandà, Planeta con il Cerasuolo di Vittoria, Rapitalà con il Solinero, Spadafora con Scietto Syrah-Sole dei padri, Tasca d’Almerita con il Cabernet.

Questo è il volto del vino che più ci piace.

Liborio Butera:

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