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TFA e Concorso ordinario – Abilitazione per gli ITP? Forse, ma occorrono i posti in organico!

Riportiamo qui su A Ruota Libera l’intervento del ministro Profumo al question time della Camera che aveva come oggetto l’assunzione del personale precario della scuola, tale intervento aprirebbe anche all’ipotesi di abilitazione per le classi di concorso della tab. C. In calce riportiamo la riflessione di Max Bruschi pubblicata sul suo blog.

Francesco Profumo, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca: Signor Presidente, in risposta a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, faccio presente, anzitutto, che sul reclutamento del personale docente della scuola, attualmente articolato in due canali di alimentazione, graduatorie e concorsi, di pari incidenza, è in corso, su mia precisa indicazione, un approfondito esame, da parte dell’amministrazione, anche al fine di individuare modalità appropriate per consentire l’accesso ai ruoli dei docenti più giovani.
L’indizione di nuovi concorsi presuppone l’individuazione dell’effettiva consistenza dei posti vacanti e in tal senso il Ministero sta procedendo ad una ricognizione per accertare, nelle varie realtà territoriali, la disponibilità di posti e il relativo esaurimento delle corrispondenti graduatorie.
Sul tema sono intervenuti tre elementi di novità che, influendo sulla disponibilità dei posti da mettere a concorso, devono essere in tal senso attentamente valutati. Mi riferisco in primo luogo alle procedure sulla mobilità interprovinciale del personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento, personale che, come è noto, anche alla luce di quanto deciso dalla Corte costituzionale con sentenza n. 41 del 2011, può transitare dalla graduatoria di una provincia a quella di un’altra, così modificando l’entità numerica delle graduatorie stesse. In secondo luogo mi riferisco al completamento, da parte delle regioni, dei piani di ridimensionamento della rete scolastica che, nel caso di chiusura o accorpamento di scuole o plessi, possono comportare variazione negli organici.
Infine il riferimento è alle nuove norme sui pensionamenti che, prorogando ulteriormente la permanenza in servizio del personale di ruolo prossimo al termine della carriera, limitano di fatto le disponibilità di posti da destinare alle immissioni in ruolo.
Una volta accertata la consistenza delle disponibilità, è mia ferma intenzione procedere immediatamente all’indizione dei concorsi sui posti vacanti e disponibili, tenendo conto delle legittime aspettative dei giovani che usciranno dai corsi di tirocinio formativo attivo (TFA) in fase di attivazione. Si valuterà altresì l’opportunità di introdurre elementi di semplificazione della procedura concorsuale, attraverso lo strumento regolamentare di cui all’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007 n. 244.
Per quanto riguarda l’iniziativa della regione Lombardia, richiamata dagli onorevoli interroganti, devo segnalare di aver avviato con tutte le regioni un confronto generale che ha sullo sfondo l’operatività del titolo V della Costituzione nel campo dell’istruzione.
In tale percorso saranno affrontati temi di interesse comune e saranno ricercate soluzioni condivise, ivi inclusa la possibilità di avviare progetti sperimentali sul reclutamento, se del caso con forme innovative, ferma restando la competenza esclusiva dello Stato a dettare la disciplina della materia.

Max Bruschi: Nel rispondere al question time alla Camera dei deputati, il ministro Profumo sembra aver messo alcuni punti fermi: attivazione della procedura concorsuale appena terminata la ricognizione dei posti vacanti e disponibili e semplificazione della procedura concorsuale attraverso un decreto regolamentare, completando così la delega Fioroni che già ha consentito la redazione del DM 249/2010 sulla Formazione iniziale dei docenti.
Si tratta di una scelta a mio modo di vedere condivisibilissima nel merito, perché il concorso rappresenta la via d’uscita principe alla “Salerno-Reggio Calabria” delle Graduatorie, e saggia nel metodo, vista la decisione di abbracciare un percorso regolamentare per la revisione della vetusta procedura concorsuale.
Occorrerà, giova sottolinearlo, che l’amministrazione metta in luce le possibilità e i limiti dello strumento regolamentare, senza dar corso a piegature fantasiose che rischierebbero di dare spazio ai veti degli organi di controllo e al purtroppo consueto strascico di contenziosi.
Eppure, attraverso un decreto si potrebbe garantire il raggiungimento di alcuni obiettivi largamente condivisi: una cadenza biennale regolare, una platea preselezionata di persone già abilitate (con l’opportuna ciambella di salvataggio, per le microclassi di concorso e per gli ITP in attesa di specifico percorso, offerta dal decreto 460/1998), il bando a cattedra senza creare ulteriori graduatorie, la possibilità di incrociare, attraverso il riconoscimento e la certificazione di titoli professionali, le caratteristiche dei vincitori con le necessità delle scuole di assegnazione, la revisione dell’anno di prova. Non poco, direi!