arte e cultura

Camilleri e i “bordelli”

L’autore del momento è senza dubbio Andrea Camilleri, oltre al grandissimo successo derivato dal personaggio da lui creato: il commissario Montalbano. Lo scrittore siciliano vanta un’imitazione da uno dei più grandi show man italiani: Fiorello. Quel “Iu minni staiu futtennu” è diventato un tormentone. L’autore agrigentino in una lunga intervista a Giulia Canterini, che andrà in onda su Radio Capital, ha affermato che con il suo ultimo romanzo “Pensione Eva” pubblicato dalla Mondatori sta facendo arricchire Berlusconi e di questo ne è molto dispiaciuto.  Sempre nell’intervista ha ricordato le “lunghe e dolcissime” litigate con Leonardo Sciascia: “Io ero comunista e lui un anticomunista sfegatato”. Poi non ha risparmiato il Governatore della Sicilia Totò Cuffaro affermando che è sempre lì al suo posto, e questo lo mette molto a disagio. Un Camilleri a tutto campo, ha parlato anche del ponte sullo stretto sostenendo di essere il primo in Italia a parlarne, ma oggi si dice contrario alla sua realizzazione.  Il rischio di un nuovo terremoto a Messina metterebbe in serio pericolo la struttura. Come sapete io mi sono sempre espresso a favore dell’opera e non vorrei che dietro alla posizione dell’autore vi fosse la sua ideologia. Ma ritornando all’ultima sua fatica, in effetti, è in testa nelle classifiche di vendita, come al solito la penna di Camilleri è riuscita a narrare un’altra meravigliosa opera. La capacità di “dipingere” dei “quadri” con le parole è merce rara, lui lo fa con una maestria inimitabile. Il successo dei suoi romanzi forse è da ricercare nella tecnica che ha nel narrare le vicende dei suoi personaggi. L’arte è quella dei nonni siciliani, la tecnica è quella del “cuntu” siciliano: il racconto che i nonni in Sicilia amano narrare ai nipotini. Pensione Eva, però, narra delle sue avventure amorose in giovinezza. I racconti di un sedicenne alle prime esperienze sessuali nei “bordelli” ha fatto storcere il naso a molti “perbenisti”, ma come lui stesso dice, quella era un’epoca dove i ragazzi si avvicinavano al sesso attraverso queste “dolci” professioniste. Oggi forse è molto più traumatico e si domanda se sia il caso di riaprire quelle case che almeno evitavano l’indecenza che oggi si vive sulle nostre strade.